Aldilà

Aldilà è un racconto sulla Madonna che incarna l’archetipo della maternità esaltando al tempo stesso quello della femminilità, attraversato da riferimenti iconografici che la storia dell’arte ed il cinema le hanno dedicato.

Il titolo non deve trarre in inganno trattandosi di un mondo parallelo profondamente terreno, dove il corpo è messo a servizio della storia non perdendo mai il suo fascino; anzi, pur nelle differenti mutazioni, va ad arricchirsi mettendo in stretta relazione i due principali momenti che la vita ci offre: la Gioia e il Dolore.

Ben lontana dalla versione cristiana, quì il carismatico personaggio è evidenziato nella naturale veste di carnalità e passione attraversando i vari momenti: da un’ unione d’amore affronta la gioia della gravidanza, del parto, dell’allattamento e poi il dolore della perdita del figlio che la porta alla disperazione che mai l’abbandonerà sino alla morte.
Fil-rouge dell’intero lavoro è il drappo: tessuto con amore ( come mostrato nel video) per avvolgere il figlio messo al mondo, il telo è l’oggetto in cui la madre urla tutto il suo dolore, rappresentando la Veronica. (Vero-icona al femminile)

L’Amata prescelta diventa gadget, pregata in tutte le processioni, invocata per i vari servigi, venerata quando i desideri vengono esauditi ma poi odiata, disprezzata addirittura incolpata quando le cose non vanno bene, servendosi della sua immagine come un capro espiatorio da accusare per le umane sciagure.
Ne viene fuori un immagine dell’icona femminile per antonomasia strumentalizzata a proprio piacere.

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